Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Un nuovo algoritmo ripara la memoria (anche a chi ce l?ha)

Collapse
X
Collapse
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #1

    Un nuovo algoritmo ripara la memoria (anche a chi ce l?ha)

    La scoperta che interessa biomedicina e militari Agirebbe sui ricordi a ?breve termine?

    I ricordi dell?infanzia sono nitidi, come se quei fatti lontani nel tempo fossero accaduti ieri. Ma la memoria di ci? che ? successo poche ore fa ? gi? svanita. Pu? verificarsi per colpa di una malattia neurodegenerativa come l?Alzheimer o per un danno cerebrale di tipo traumatico. L?archivio della memoria a breve termine non viene pi? ricodificato per il lungo termine. ? un po? come se chi viene colpito avesse una collezione di filmati Vhs che si va deteriorando rapidamente e non potesse visionarli con un moderno lettore Dvd. Per rimediare ci vorrebbe un convertitore automatico, capace di tradurre la lingua precaria delle memorie fugaci in quella durevole delle memorie permanenti, bypassando la parte cerebrale danneggiata. Un gruppo di ricerca americano noto per i suoi esperimenti di frontiera ci lavora da anni e alla Conferenza internazionale di ingegneria biomedica che si ? tenuta a Milano ha annunciato progressi, arrivando sulle pagine del Financial Times .

    ?? come se potessimo tradurre lo spagnolo in francese senza capire nessuno dei due?, ha spiegato il leader del progetto Ted Berger, dell?Universit? della California del sud. Il trucco ? un algoritmo che mima la trasformazione dei treni di impulsi elettrici che avviene normalmente nell?ippocampo, quando i ricordi vengono riprocessati per essere immagazzinati in forma duratura nella neocorteccia. Magari si tratta di ricordare dove abbiamo poggiato le chiavi. Oppure che un amico ci ha portato un bel mazzo di fiori. Per l?algoritmo non fa differenza, non c?? bisogno di conoscere il contenuto delle rappresentazioni mnemoniche. Inizialmente i ricercatori hanno lavorato con modelli animali come ratti e scimmie. Poi hanno studiato il processamento dei segnali nel cervello di nove pazienti epilettici, che avevano degli elettrodi inseriti nell?ippocampo per ragioni di ordine medico. Hanno letto gli input e gli output elettrici in questa area cerebrale durante l?esecuzione di semplici test, come memorizzare la forma e la posizione di alcuni oggetti su un monitor. Pare che l?algoritmo cos? perfezionato riesca a prevedere con un 90% di accuratezza come saranno tradotti i segnali durante il consolidamento mnemonico. La prova definitiva consister? nel metterlo alla prova nel cervello di persone con l?ippocampo danneggiato. Se funzionasse sarebbe come aver craccato il codice della memoria.

    ? l?impetuosa avanzata delle neurotecnologie che stanno traghettando dai film di fantascienza nel mondo reale, con risultati sempre pi? sorprendenti come le false memorie impiantate nei topi da Susumu Tonegawa e i cervelli di cavie connessi in rete da Miguel Nicolelis.

    Questi sviluppi hanno risvegliato l?interesse nonsoltanto della biomedicina pi? visionaria ma anche dei militari. Berger lavora con fondi del Darpa, l?agenzia che promuove ricerche avanzate per conto del Dipartimento americano della difesa e sta investendo una parte del suo budget nelle neuroscienze. L?obiettivo dichiarato ? quello di aiutare il recupero dei soldati feriti in battaglia, ma c?? chi crede che in futuro si potr? fare un uso bellico di tecnologie come la manipolazione dei ricordi e il controllo del pensiero.

    Questa idea sembra una fantasia distopica, soprattutto ora che a tenere banco sono i rituali antichi e macabri dell?Isis, ma Foreign Policy la prende talmente sul serio da dedicare alle ?neuroguerre? la sua ultima copertina.


    Fonte corriere.it

  • Font Size
    #2

    Comment


    • Font Size
      #3
      Originally posted by monikaf View Post
      La scoperta che interessa biomedicina e militari Agirebbe sui ricordi a ?breve termine?

      I ricordi dell?infanzia sono nitidi, come se quei fatti lontani nel tempo fossero accaduti ieri. Ma la memoria di ci? che ? successo poche ore fa ? gi? svanita. Pu? verificarsi per colpa di una malattia neurodegenerativa come l?Alzheimer o per un danno cerebrale di tipo traumatico. L?archivio della memoria a breve termine non viene pi? ricodificato per il lungo termine. ? un po? come se chi viene colpito avesse una collezione di filmati Vhs che si va deteriorando rapidamente e non potesse visionarli con un moderno lettore Dvd. Per rimediare ci vorrebbe un convertitore automatico, capace di tradurre la lingua precaria delle memorie fugaci in quella durevole delle memorie permanenti, bypassando la parte cerebrale danneggiata. Un gruppo di ricerca americano noto per i suoi esperimenti di frontiera ci lavora da anni e alla Conferenza internazionale di ingegneria biomedica che si ? tenuta a Milano ha annunciato progressi, arrivando sulle pagine del Financial Times .

      ?? come se potessimo tradurre lo spagnolo in francese senza capire nessuno dei due?, ha spiegato il leader del progetto Ted Berger, dell?Universit? della California del sud. Il trucco ? un algoritmo che mima la trasformazione dei treni di impulsi elettrici che avviene normalmente nell?ippocampo, quando i ricordi vengono riprocessati per essere immagazzinati in forma duratura nella neocorteccia. Magari si tratta di ricordare dove abbiamo poggiato le chiavi. Oppure che un amico ci ha portato un bel mazzo di fiori. Per l?algoritmo non fa differenza, non c?? bisogno di conoscere il contenuto delle rappresentazioni mnemoniche. Inizialmente i ricercatori hanno lavorato con modelli animali come ratti e scimmie. Poi hanno studiato il processamento dei segnali nel cervello di nove pazienti epilettici, che avevano degli elettrodi inseriti nell?ippocampo per ragioni di ordine medico. Hanno letto gli input e gli output elettrici in questa area cerebrale durante l?esecuzione di semplici test, come memorizzare la forma e la posizione di alcuni oggetti su un monitor. Pare che l?algoritmo cos? perfezionato riesca a prevedere con un 90% di accuratezza come saranno tradotti i segnali durante il consolidamento mnemonico. La prova definitiva consister? nel metterlo alla prova nel cervello di persone con l?ippocampo danneggiato. Se funzionasse sarebbe come aver craccato il codice della memoria.

      ? l?impetuosa avanzata delle neurotecnologie che stanno traghettando dai film di fantascienza nel mondo reale, con risultati sempre pi? sorprendenti come le false memorie impiantate nei topi da Susumu Tonegawa e i cervelli di cavie connessi in rete da Miguel Nicolelis.

      Questi sviluppi hanno risvegliato l?interesse nonsoltanto della biomedicina pi? visionaria ma anche dei militari. Berger lavora con fondi del Darpa, l?agenzia che promuove ricerche avanzate per conto del Dipartimento americano della difesa e sta investendo una parte del suo budget nelle neuroscienze. L?obiettivo dichiarato ? quello di aiutare il recupero dei soldati feriti in battaglia, ma c?? chi crede che in futuro si potr? fare un uso bellico di tecnologie come la manipolazione dei ricordi e il controllo del pensiero.

      Questa idea sembra una fantasia distopica, soprattutto ora che a tenere banco sono i rituali antichi e macabri dell?Isis, ma Foreign Policy la prende talmente sul serio da dedicare alle ?neuroguerre? la sua ultima copertina.


      Fonte corriere.it
      No, no! Quella ? una cosa che ? molto meglio dimenticare subito :gaen:

      Comment

      X
      Working...
      X